Turismo e tempo libero
Turismo, per definizione generalmente accettata, è ricerca di parentesi del tran tran della vita usuale.

Il riposo, in un ambiente diverso da quello abitudinario, viene ricercato come ricostituente dopo un lungo periodo di impegno lavorativo. Ma non soltanto la vicinanza dei boschi o della nuda roccia, la possibilità di passeggiate in un ambiente sano o di relax nel fragore del silenzio, di lunghe dormite senza il ronzio del passaggio delle macchine o di rilassante lettura senza la preoccupazione della fretta dettata dal lavoro o da altro: tutto questo è necessario ma non basta.
Per capirlo è sufficiente osservare la partecipazione divertita del turista alle rappresentazioni più diverse, sia nei piccoli paesi che nei grandi centri turistici, strane perché diverse da quelle che si possono gustare durante l’anno lavorativo.
Si potrebbe fare richiamo alle tradizionali manifestazioni di alcuni centri (palio, tornei medioevali, feste religiose immutate da secoli) ma non solo. Anche le manifestazioni più semplici (es. corsa dei sacchi, palo della cuccagna, battaglia delle arance o dei pomodori, ecc.) registrano affluenze da record e sono la riprova del bisogno di divertirsi con qualcosa di diverso del solito.
In questa prospettiva va considerata anche l’attività folclorica, valida non soltanto nel periodo di ferie ma ogni volta che si presenta l’occasione per far conoscere ed apprezzare un repertorio vastissimo e variato di musiche, danze e canti popolari, eseguiti da gruppi in costume. I costumi, talora di grande pregio anche estrinseco, rappresentano gli abiti dei nostri avi, così diversi da regione a regione, come le danze e le musiche, derivate dalla tradizione popolare e che proprio nella loro varietà e diversità trovano costante motivo di curiosità e di interesse.
La maniera di presentare questi aspetti e valori tradizionali ha un’immediata presa sul pubblico per la sua briosità, la sua allegria, la sua spontaneità, ma anche il suo valore documentario dal vivo. Ecco, allora, che nelle esecuzioni folcloriche non c’è ombra di stress, non sospetti di cose artefatte, non spinta a faticosi impegni di comprensione, ma semplicità, ritmo, movimento, melodia, armonia, bravura, riuscita dell’insieme per divertire e creare occasioni di incontro.

Così l’Unione Folclorica Italiana promuove e organizza, direttamente o attraverso i suoi gruppi affiliati, diverse manifestazioni, sia a carattere nazionale che internazionale. Numerosi sono i Festival del Folclore disseminati in tutta Italia. Particolare rilevanza assume l’organizzazione di un Festival del Folclore Italiano, annuale e itinerante, riservato ai gruppi italiani aderenti e denominato UFIFEST.
È statisticamente provato che chi coltiva un hobby, non vizioso e partecipa attivamente alla vita sociale, se condotto in maniera seria, è un coadiuvante del corretto vivere sociale.

In linea generale chi ha già una passione per qualche attività extra lavorativa, non trova il vuoto tentatore nel suo tempo libero ma un’occasione di crescita. Anche chi opera nei gruppi è animato da una passione per le tradizioni popolari e alla loro coltura dedica il suo tempo libero.
L’attività dei gruppi folcloristici richiede una preparazione costante per raggiungere livelli accettabili per partecipare a spettacoli davanti a platee tanto esigenti quanto entusiastiche. Così una o più serate della settimana vengono dedicate alle prove collettive per rendersi padroni dei passi di danza e dei movimenti coreografici, da un lato, per accompagnare passi e coreografie con la musica vocale o strumentale dell’altro.
Il tempo libero non viene esclusivamente impiegato per le prove, ma anche per momenti di preparazione culturale, di apprendimento di conoscenze extra scolastiche, quali il folclore, le sue origini, le sue particolarità nelle sue varie espressioni.
Questo è particolarmente importante per le giovani generazioni che vengono preparate a considerare il tempo libero un’opportunità di crescita. E per i giovani, per seguirne l’impegno e incanalarne l’azione.