
Gruppo folk Ri Ualanegli A.s.d.
Contatti
Indirizzo: Via Municipio, 2 – 82027 Pontelandolfo (BN)
Referente: Sicardi Antonio
Telefono: +39 329 4573937
Direttore artistico: Toscano Diego +39 349 6476756
Mail: sicardia@hotmail.com
Mail: riualanegli@gmail.com
Il Gruppo Folkloristico di Pontelandolfo ha una storia di oltre mezzo secolo. Nel corso degli anni si sono susseguite diverse associazioni, tutte desiderose di preservare e condividere le tradizioni musicali e popolari del paese L’Associazione “Ri Ualanegli” nasce nel 1978 come evoluzione del gruppo di teatro-folk “La Torre” creato e diretta dal parroco Don Emilio Matarazzo negli anni ’60’. Alcuni dei risultati più importanti: terzo posto al Festival Internazionale del Film di Monaco nel 1985; terzo posto al Festival Internazionale di Zakopane nel 1994; Terzo posto per l’abbigliamento femminile al Festival Internazionale di Palma di Maiorca nel 1999. La parola “Ualanegli” è la forma plurale di “ualano”, il ragazzo che aiutava a guidare l’aratro. Più in generale, gli Ualanegli erano persone che aiutavano a lavorare nei campi. Lo spettacolo proposto da “Ri Ualanegli” è incentrato sulla rappresentazione di un momento di vita del passato raccontato attraverso la storia di due giovani del paese, Rocco e Maria Vittoria. Durante lo spettacolo verranno raccontate le tappe fondamentali della loro vita: La nascita di una nuova vita; L’incontro durante la fiera di San Michele (tipico appuntamento dei giovani dell’epoca per incontrarsi e innamorarsi); I momenti fondamentali della vita umana si mescolano ai momenti della vita nei campi: la preparazione della terra, la semina, il raccolto, i balli ei canti per alleviare la fatica; Celebrazioni di fidanzamento e matrimonio.
Uomo: Camicia in cotone di colore bianco con ricami intessuti a mano e nascosta da un gilèt di panno di lana blu.
Calzoni. Definiti di panno di lana di casa, pesante, di color blu,
Cinta di lana di vari colori trattenuti alla vita,
Calze bianchi fin sotto le ginocchia e fermate con lacci colorati.
Zampitti. Ispirati ai calzari romani e analoghi alle cioce laziali vennero portati dai pastori durante la transumanza. Erano composti da un pezzo di pelle di asino, bue o mulo, più grandi della pianta del piede, così da poter essere sollevati tutt’intorno e tenuti fermi con stringhe che arrivavano alle caviglie e fin sopra i polpacci, mediante vari ed originali intrecci.
Mantello di panno di lana di casa, pesante, nero, a tutta campana o meno, secondo le possibilità economiche, con colletto agganciato alla base del collo con una borchia di metallo o un nastro in panno.
Donna: Camicia di cotone di colore bianco caratterizzata da particolari pizzi ad intaglio sia sulle maniche che sul petto.
Gonna di pesante panno blu scuro, presenta molte pieghe nella parte posteriore sia in alto che in basso; in alto è retta da due bretelle intrecciate dietro.
Grembiule (mantera o avantera) di lana colorata intessuta a mano o con telai, rispecchia tutti i colori del folklore.
“Scolla ” di seta, a frange colorate, viene intrecciata sul petto e fermata con spille sui fianchi.
Nastri colorati posti al centro della schiena e su un spalla rendono il costume particolarmente vistoso.
Scialle di lana blu, con ricami alle estremità, veniva usato dalle donne per coprire le spalle nei freddi inverni.
Fazzoletto legato dietro la nuca copre il capo delle donne lasciando scoperti i lobi dell’orecchio da cui pendono grossi orecchini e qualche ciocca di capelli sul fronte. Il colore del fazzoletto indica lo stato civile della donna: se nubile può essere di vari colori; se vedova, di colore nero; se indossato per la festa nuziale, è di colore bianco.
Zampitti. Ispirati ai calzari romani e analoghi alle cioce laziali vennero portati dai pastori durante la transumanza. Erano composti da un pezzo di pelle di asino, bue o mulo, più grandi della pianta del piede, così da poter essere sollevati tutt’intorno e tenuti fermi con stringhe che arrivavano alle caviglie e fin sopra i polpacci, mediante vari ed originali intrecci.





