
Ass. Folklorica “Le Tradizioni” di Minturno Aps
Contatti
Indirizzo: Parco Robinson Via Armando Diaz cap 04026 Minturno (LT)
Referente: Francesco Gregorio Tucciarone
Telefono: +39 3483921279 – +39 3482903261 – +39 3299638432
Mail: le.tradizioni@tiscali.it
Sito web: https://www.facebook.com/associazionefolkloricaletradizioni
“Le Tradizioni”
L’associazione folklorica Le Tradizioni nasce nel 1972 con l’intento di riscoprire e rivalutare gli usi e i costumi della civiltà contadina attraverso la ricerca e lo studio del vernacolo, delle musiche e canti popolari e dei balli folkloristici. Mantiene vivo l’intero patrimonio culturale della gente minturnese e aurunca, conservando intatte tracce di vita e di pensiero del passato. Diffonde la cultura popolare di Minturno, cittadina del basso Lazio, risentendo l’influenza del folklore laziale e napoletano.
L’associazione è composta da circa 100 elementi, suddivisi in piccoli, medi, grandi e veterani ed è diretta dai suoi stessi componenti.
Il repertorio comprende i diversi ceti della civiltà minturnese: dalla nobiltà al ceto medio-borghese e al ceto popolare, rappresentando particolari momenti del duro lavoro nei campi, della pesca, della vendemmia e delle giornate di festa.
I balli folkloristici sono manifestazioni di gioiosa vitalità accompagnati da cori, canti, da ritmi scanditi con le mani e con i piedi e da particolari strumenti musicali e sono eseguiti con due costumi: da sposa o di gala e campagnolo.
La Pacchiana
L’abito tradizionale femminile è quello della PACCHIANA, vestito ricco di colori vistosi. La Pacchiana minturnese si copre da capo a piedi; sopra la testa, acconciata con grosse trecce, porta appuntata con una spilla d’oro una tovaglia di tela bianca inamidata e orlata di merletto. Caratteristica è la sua bianca camicia dalle maniche ampie finemente pieghettate sul gomito, da sembrare ali al vento. Una terza nota peculiare è data dal remmuto composto da tre pezzi ricamati in oro: i manicotti che coprono l’avambraccio, il corpetto allacciato al petto e la scolla di tulle adagiata sulle spalle. Scendendo troviamo due grembiuli zinali di lana marrone orlati in oro e una lunga pagnuccia rossa-amaranto che avvolge la donna quasi fin giù alle caviglie; completa il vestito una lunga gonna sanaca anch’essa di lana marrone e orlata in oro. Le pacchiane nei giorni di festa indossavano anelli, orecchini, collane in oro e perle.
Il costume della PACCHIANA è stato premiato in una rassegna di oltre 500 come il più bel costume d’Italia – nozze di Umberto I – Roma 1934 e 1° Premio al Festival Internazionale del Folklore – Bogotà – Colombia 1981.
Oltre al vestito di festa, la donna minturnese, indossava il vestito campagnolo, molto più semplice, che permetteva di svolgere i lavori domestici e di campagna. Era composto dal “maccaturo”, una sorta di fazzolettone o triangolo di stoffa che ricopriva la testa al posto della bianca tovaglia; la camicia con le maniche non pieghettate e la scolla era un semplice panno di lino colorato; non veniva indossato il corpetto ma la gonna e il grembiule di raso nero detto zinale.
Meno ricco e appariscente è il costume maschile formato da un gilet, abbottonato sul davanti, da pantaloni fino al ginocchio, entrambi di tela di fustagno nero, da una camicia bianca con manica a sbuffo e colletto alla coreana; completano il vestito le calze bianche e una fascia di colore rosso che viene annodata in vita con su ricamata una spiga di grano con filamenti d’oro.




